Posturale: cos’è davvero? Facciamo chiarezza

Nel 2025, il termine “posturale” viene ormai usato per indicare qualunque cosa: dalla ginnastica medica di gruppo, ai corsi in palestra con il personal trainer, fino all’errata postura davanti al computer o alle solette correttive per le scarpe.

Tutto questo perché la parola “posturale” ha perso significato, svuotata dal suo valore originario e travolta da un uso eccessivo e spesso scorretto da parte del marketing, che ne sfrutta l’associazione con l’idea di benessere.

Ma allora, cos’è veramente la rieducazione posturale?

La rieducazione posturale nasce in Francia nel secondo dopoguerra, grazie alla fisioterapista Françoise Mézières, che fu la prima a proporre una visione globale del corpo nella riabilitazione. La sua intuizione rivoluzionò l’approccio terapeutico tradizionale, portando l’attenzione sull’importanza delle catene muscolari.

Successivamente, il suo allievo Philippe Souchard elaborò e ampliò queste teorie, creando il metodo della Rieducazione Posturale Globale (RPG), oggi riconosciuto a livello internazionale e applicato anche fuori dall’Europa – basti pensare ai molti anni in cui lo stesso Souchard ha lavorato in Brasile, contribuendo alla sua diffusione globale.

Oggi, anche se entrambi ci hanno lasciato, il loro contributo rappresenta ancora un fondamento importante per molti professionisti della salute.

Infatti, medici, ortopedici e fisiatri continuano a prescrivere cicli di rieducazione posturale in caso di mal di schiena cronico, scoliosi, lombalgie, cervicalgie e altri disturbi legati alla biomeccanica del corpo.

È quindi importante fare chiarezza: la rieducazione posturale non è un generico allenamento “per stare dritti”, ma una disciplina terapeutica precisa, con obiettivi clinici, basata su valutazioni funzionali e un trattamento specifico,

Quindi, cos’è davvero la rieducazione posturale?

Può sembrare sorprendente per alcuni, ma la rieducazione posturale non nasce come un semplice esercizio terapeutico da svolgere in autonomia. Al contrario, è una terapia manuale a tutti gli effetti, paragonabile per certi versi all’osteopatia o alla fisioterapia manuale, ma distinta da queste per alcuni principi fondamentali.

La rieducazione posturale riconosce un ruolo centrale alla mano del terapista, che agisce in modo correttivo e di stimolazione, ma coinvolge attivamente anche il paziente, che deve partecipare consapevolmente al processo. Respirazione, autoconsapevolezza, mantenimento delle posizioni, stretching (allungamento) e attivazione muscolare sono componenti essenziali della seduta.

Un altro aspetto chiave è l’approccio globale: non si lavora mai su un singolo sintomo isolato, ma sull’intera catena muscolare e funzionale del corpo. Ad esempio, se un paziente lamenta un dolore cronico al collo, la causa principale potrebbe trovarsi lontano dalla zona dolorante, magari nel   diaframma, nel torace, nella colonna lombare, o addirittura nella catena posteriore che coinvolge gambe e piedi.

La rieducazione posturale parte quindi da un presupposto fondamentale: il corpo è un’unità, e ogni compenso o squilibrio, anche distante dalla zona del dolore, può essere parte del problema.

Come si svolge concretamente una seduta di rieducazione posturale?

Una seduta di rieducazione posturale è profondamente diversa da una lezione di ginnastica o da un trattamento passivo. Si tratta di un incontro individuale tra paziente e terapista, della durata di circa 45-60 minuti, in cui ogni gesto, posizione e respiro ha uno scopo preciso.

Tutto inizia con un’attenta valutazione posturale, durante la quale il terapista osserva la morfologia del corpo, i compensi, i blocchi articolari, la respirazione e le catene muscolari coinvolte. Questa fase non si limita alla zona del dolore, ma considera il corpo nella sua globalità, alla ricerca delle cause profonde del disequilibrio.

Successivamente, il terapista guida il paziente in posizioni terapeutiche di allungamento globale, spesso mantenute per diversi minuti, nelle quali si lavora sulla decompressione delle articolazioni, sull’allungamento delle catene muscolari retratte e sulla corretta attivazione muscolare. Durante queste posture, il paziente è chiamato a respirare in modo consapevole, rilassare aree in tensione e mantenere l’attenzione sul proprio corpo.

Il terapista, nel frattempo, interviene manualmente per facilitare il rilascio miofasciale, correggere lievi disallineamenti o sostenere alcune parti del corpo, senza mai forzare, ma accompagnando il corpo verso un equilibrio più funzionale.

La seduta si conclude con una riflessione condivisa tra paziente e terapista: si valutano le sensazioni, si osservano eventuali cambiamenti immediati e si costruisce un percorso personalizzato, spesso integrando consigli posturali per la vita quotidiana o piccoli esercizi da eseguire a casa.

Un concetto fondamentale: la postura non si comanda, si educa

È importante comprendere un principio chiave: non possiamo controllare volontariamente e in modo costante la nostra postura. Pensare di “stare dritti” semplicemente perché ce lo imponiamo è un’illusione. Basta provarci: dopo pochi minuti, senza accorgercene, torniamo alla posizione abituale, spesso scorretta.

La postura non è un gesto cosciente, ma una risposta automatica e profonda del nostro sistema neuromuscolare. È il risultato di abitudini, tensioni, emozioni, respirazione, stile di vita e organizzazione muscolare.

Quindi, non si può correggere a comando, ma si può educare e stimolare. Come? Attraverso terapie mirate, esercizi di allungamento globale, lavoro sulla respirazione e attivazioni muscolari guidate. In questo modo, il corpo viene progressivamente rieducato a trovare un nuovo equilibrio, più sano ed efficiente, senza sforzo cosciente.

Il cambiamento posturale reale non è forzato, ma acquisito: il corpo, se ben stimolato, impara da solo a posizionarsi meglio. E questa è la vera efficacia della rieducazione posturale.

Se sei interessato a prenderti cura della tua postura, o ti è stato indicato di farlo dal tuo medico specialista, contattami.

Dott. Andrea Grimozzi FKT

Posturale: cos’è davvero? Facciamo chiarezza

Nel 2025, il termine “posturale” viene ormai usato per indicare qualunque cosa: dalla ginnastica medica di gruppo, ai corsi in palestra con il personal trainer, fino all’errata postura davanti al computer o alle solette correttive per le scarpe.

Tutto questo perché la parola posturale” ha perso significato, svuotata dal suo valore originario e travolta da un uso eccessivo e spesso scorretto da parte del marketing, che ne sfrutta l’associazione con l’idea di benessere.

Ma allora, cos’è veramente la rieducazione posturale?

La rieducazione posturale nasce in Francia nel secondo dopoguerra, grazie alla fisioterapista Françoise Mézières, che fu la prima a proporre una visione globale del corpo nella riabilitazione. La sua intuizione rivoluzionò l’approccio terapeutico tradizionale, portando l’attenzione sull’importanza delle catene muscolari.

Successivamente, il suo allievo Philippe Souchard elaborò e ampliò queste teorie, creando il metodo della Rieducazione Posturale Globale (RPG), oggi riconosciuto a livello internazionale e applicato anche fuori dall’Europa – basti pensare ai molti anni in cui lo stesso Souchard ha lavorato in Brasile, contribuendo alla sua diffusione globale.

Oggi, anche se entrambi ci hanno lasciato, il loro contributo rappresenta ancora un fondamento importante per molti professionisti della salute.

Infatti, medici, ortopedici e fisiatri continuano a prescrivere cicli di rieducazione posturale in caso di mal di schiena cronico, scoliosi, lombalgie, cervicalgie e altri disturbi legati alla biomeccanica del corpo.

È quindi importante fare chiarezza: la rieducazione posturale non è un generico allenamento per stare dritti”, ma una disciplina terapeutica precisa, con obiettivi clinici, basata su valutazioni funzionali e un trattamento specifico,

Quindi, cos’è davvero la rieducazione posturale?

Può sembrare sorprendente per alcuni, ma la rieducazione posturale non nasce come un semplice esercizio terapeutico da svolgere in autonomia. Al contrario, è una terapia manuale a tutti gli effetti, paragonabile per certi versi all’osteopatia o alla fisioterapia manuale, ma distinta da queste per alcuni principi fondamentali.

La rieducazione posturale riconosce un ruolo centrale alla mano del terapista, che agisce in modo correttivo e di stimolazione, ma coinvolge attivamente anche il paziente, che deve partecipare consapevolmente al processo. Respirazione, autoconsapevolezza, mantenimento delle posizioni, stretching (allungamento) e attivazione muscolare sono componenti essenziali della seduta.

Un altro aspetto chiave è l’approccio globale: non si lavora mai su un singolo sintomo isolato, ma sull’intera catena muscolare e funzionale del corpo. Ad esempio, se un paziente lamenta un dolore cronico al collo, la causa principale potrebbe trovarsi lontano dalla zona dolorante, magari nel

 diaframma, nel torace, nella colonna lombare, o addirittura nella catena posteriore che coinvolge gambe e piedi.

La rieducazione posturale parte quindi da un presupposto fondamentale: il corpo è ununità, e ogni compenso o squilibrio, anche distante dalla zona del dolore, può essere parte del problema.

Come si svolge concretamente una seduta di rieducazione posturale?

Una seduta di rieducazione posturale è profondamente diversa da una lezione di ginnastica o da un trattamento passivo. Si tratta di un incontro individuale tra paziente e terapista, della durata di circa 45-60 minuti, in cui ogni gesto, posizione e respiro ha uno scopo preciso.

Tutto inizia con un’attenta valutazione posturale, durante la quale il terapista osserva la morfologia del corpo, i compensi, i blocchi articolari, la respirazione e le catene muscolari coinvolte. Questa fase non si limita alla zona del dolore, ma considera il corpo nella sua globalità, alla ricerca delle cause profonde del disequilibrio.

Successivamente, il terapista guida il paziente in posizioni terapeutiche di allungamento globale, spesso mantenute per diversi minuti, nelle quali si lavora sulla decompressione delle articolazioni, sull’allungamento delle catene muscolari retratte e sulla corretta attivazione muscolare. Durante queste posture, il paziente è chiamato a respirare in modo consapevole, rilassare aree in tensione e mantenere l’attenzione sul proprio corpo.

Il terapista, nel frattempo, interviene manualmente per facilitare il rilascio miofasciale, correggere lievi disallineamenti o sostenere alcune parti del corpo, senza mai forzare, ma accompagnando il corpo verso un equilibrio più funzionale.

La seduta si conclude con una riflessione condivisa tra paziente e terapista: si valutano le sensazioni, si osservano eventuali cambiamenti immediati e si costruisce un percorso personalizzato, spesso integrando consigli posturali per la vita quotidiana o piccoli esercizi da eseguire a casa.

Un concetto fondamentale: la postura non si comanda, si educa

È importante comprendere un principio chiave: non possiamo controllare volontariamente e in modo costante la nostra postura. Pensare di “stare dritti” semplicemente perché ce lo imponiamo è un’illusione. Basta provarci: dopo pochi minuti, senza accorgercene, torniamo alla posizione abituale, spesso scorretta.

La postura non è un gesto cosciente, ma una risposta automatica e profonda del nostro sistema neuromuscolare. È il risultato di abitudini, tensioni, emozioni, respirazione, stile di vita e organizzazione muscolare.

Quindi, non si può correggere a comando, ma si può educare e stimolare. Come? Attraverso terapie mirate, esercizi di allungamento globale, lavoro sulla respirazione e attivazioni muscolari guidate. In questo modo, il corpo viene progressivamente rieducato a trovare un nuovo equilibrio, più sano ed efficiente, senza sforzo cosciente.

Il cambiamento posturale reale non è forzato, ma acquisito: il corpo, se ben stimolato, impara da solo a posizionarsi meglio. E questa è la vera efficacia della rieducazione posturale.

Se sei interessato a prenderti cura della tua postura, o ti è stato indicato di farlo dal tuo medico specialista, contattami.

Dott. Andrea Grimozzi FKT

Riabilitazione pre e post protesi d’anca: perché è fondamentale affidarsi a un fisioterapista

Perché è importante fare fisioterapia

L’anca fa male da mesi. “Prenoti una visita ortopedica“, e alla fine arriva la diagnosi: serve una protesi. L’intervento è fissato tra due o tre mesi. E nel frattempo?

L’operazione di protesi d’anca – come quella di ginocchio – è tra le più comuni in ambito ortopedico. Viene indicata in casi di artrosi avanzata, necrosi avascolare, fratture o gravi limitazioni funzionali e dolorose. Se eseguita nei tempi giusti e con le corrette indicazioni, può offrire risultati eccellenti.

Ma attenzione: non basta operarsi per stare bene. Il successo dell’intervento dipende anche – e soprattutto – dalla riabilitazione fisioterapica, sia prima che dopo l’operazione.

La fisioterapia pre-operatoria: un’opportunità spesso sottovalutata

Una volta fissata la data dell’intervento, molti pazienti restano semplicemente in attesa. Ma questo è un errore. Iniziare subito un percorso fisioterapico può fare una grande differenza:

Migliora il tono muscolare: l’intervento, per motivi neurofisiologici, causa spesso un rapido calo di forza e massa muscolare. Rinforzare preventivamente i muscoli, soprattutto glutei e quadricipiti, aiuta a limitare questo effetto.

Riduce rigidità e aderenze: un’articolazione flessibile prima dell’intervento sarà più facile da recuperare dopo. Si prevengono così limitazioni funzionali e complicanze legate alle cicatrici interne.

Riduce l’ansia: sapere cosa aspettarsi, come muoversi e come affrontare le prime fasi del recupero dà al paziente maggiore fiducia e sicurezza.

A volte evita l’intervento: in alcuni casi, una buona fisioterapia può ridurre il dolore e migliorare la mobilità al punto da rendere per il medico superflua l’operazione.

E dopo l’intervento?

Dopo l’operazione, soprattutto nelle prime settimane, il paziente viene spesso seguito da fisioterapisti in ospedale o in ambito domiciliare. Ma il recupero completo richiede un lavoro costante e prolungato nei mesi successivi:

  • È fondamentale non interrompere il percorso riabilitativo troppo presto.
  • Serve un programma personalizzato che accompagni il paziente verso il ritorno a una vita attiva, autonoma e senza dolore.

Di questo parlerò più approfonditamente in un prossimo articolo.

La fisioterapia, eseguita in modo mirato e con la giusta continuità, è il ponte tra la sala operatoria e il ritorno alla quotidianità. Affidarsi a un fisioterapista esperto non è un dettaglio: è una parte essenziale del trattamento.

Benefici della fisioterapia nella correzione delle posture sbagliate

Come sappiamo, una postura scorretta può portare a numerosi problemi muscolari e scheletrici a lungo termine, influenzando negativamente la qualità della vita. La fisioterapia, con il suo approccio personalizzato e basato su esercizi mirati, si rivela uno strumento fondamentale per correggere le posture errate e prevenire dolori cronici. 

L’importanza di una buona postura

Una postura corretta non è solo una questione estetica, ma un elemento chiave per la salute generale. Mantenere una posizione corretta aiuta a distribuire uniformemente il peso del corpo, riducendo lo stress su muscoli, articolazioni e colonna vertebrale. Al contrario, una postura scorretta può causare tensioni muscolari, affaticamento e, nel tempo, sviluppare problemi cronici come dolori lombari, cervicali e disturbi muscolo-scheletrici. 

Correggere questi errori è essenziale per prevenire complicazioni future e garantire una migliore funzionalità del corpo.

Il ruolo della fisioterapia nella correzione posturale

La fisioterapia si concentra sull’identificazione e la correzione dei disallineamenti posturali attraverso un approccio multidisciplinare. Il fisioterapista, grazie a una valutazione accurata e personalizzata, individua le cause della postura scorretta e definisce un piano terapeutico mirato. Questo percorso può includere esercizi di rafforzamento, stretching, tecniche di rilassamento e training di equilibrio, tutti finalizzati a rieducare il corpo a mantenere una posizione corretta.

Il trattamento fisioterapico non si limita però alla sola correzione meccanica: coinvolge anche la formazione del paziente, fornendo strumenti e strategie per riconoscere e correggere autonomamente la postura nella vita quotidiana. 

In questo modo, il fisioterapista non solo allevia il dolore presente, ma lavora per prevenire il ripetersi dei problemi in futuro.

Prevenzione dei dolori muscolari e problemi scheletrici

Un corretto intervento fisioterapico non solo migliora la postura, ma ha un impatto diretto sulla prevenzione dei dolori muscolari e dei problemi scheletrici. 

Riequilibrare i muscoli, ad esempio, può ridurre la tensione nella zona lombare e cervicale, aree particolarmente soggette a stress in presenza di posture scorrette. Inoltre, esercizi regolari e un’adeguata formazione posturale aiutano a mantenere la flessibilità articolare, prevenendo rigidità e dolori cronici.

La prevenzione è sempre l’obiettivo principale: intervenire in anticipo sui piccoli disallineamenti e correggere le abitudini scorrette può evitare l’insorgenza di patologie più gravi, migliorando significativamente la qualità della vita. Il fisioterapista, grazie al monitoraggio costante dei progressi, può adattare il trattamento in base alle necessità del paziente, assicurando un percorso di riabilitazione dinamico e personalizzato.

Il supporto psicologico e la consapevolezza corporea

Spesso, la correzione della postura richiede non solo interventi fisici, ma anche un cambiamento nell’approccio mentale e comportamentale. 

Acquisire consapevolezza della propria postura, infatti, è il primo passo per correggere abitudini errate. I fisioterapisti, coadiuvati da figure professionali come gli psicologi, integrano tecniche di mindfulness e rilassamento per aiutare i pazienti a riconoscere e modificare i propri schemi posturali, favorendo un approccio olistico alla riabilitazione.

Un supporto psicologico può essere quindi particolarmente utile per chi ha sofferto a lungo di dolori cronici, aiutando a gestire lo stress e a migliorare la qualità del sonno, due fattori che influiscono notevolmente sul benessere fisico e sulla capacità di mantenere una postura corretta.

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