Miopia nei bambini: come riconoscerla e quando intervenire

La miopia è uno dei difetti visivi più comuni in età pediatrica e, secondo le stime più recenti, colpisce oggi un numero sempre crescente di bambini. 

Identificarla tempestivamente è fondamentale per garantire uno sviluppo visivo sano e prevenire complicazioni future. 

Ma come si riconoscono i segnali precoci? E quali sono i principali fattori di rischio e le strategie terapeutiche (dalla correzione ottica alla gestione ortottica) oggi disponibili?

Cos’è la miopia e perché è in aumento

La miopia è un difetto di rifrazione in cui i raggi luminosi si focalizzano davanti alla retina invece che su di essa, provocando una visione sfocata degli oggetti lontani. Può comparire già in età prescolare, ma tende a manifestarsi più frequentemente tra i 6 e i 14 anni, periodo in cui l’occhio è ancora in crescita.

Negli ultimi decenni, i casi di miopia infantile sono aumentati in modo significativo. Tra le cause principali troviamo l’eccessivo utilizzo di dispositivi digitali, lo scarso tempo trascorso all’aria aperta e la predisposizione genetica. Un bambino con genitori miopi, ad esempio, ha un rischio di sviluppare lo stesso difetto visivo fino a tre volte maggiore rispetto a un coetaneo senza familiarità.

Segnali precoci da non sottovalutare

Il primo passo nella gestione della miopia è saperla riconoscere. I bambini spesso non si rendono conto di vedere male e non riescono a comunicare il problema, per questo è fondamentale che genitori e insegnanti prestino attenzione a piccoli segnali che possono indicare un difetto visivo.

Tra i più comuni:

  • Avvicinarsi troppo allo schermo della TV o ai libri;
  • Strizzare frequentemente gli occhi per mettere a fuoco;
  • Mal di testa ricorrenti o affaticamento visivo dopo lo studio;
  • Difficoltà a vedere la lavagna a scuola o oggetti lontani;
  • Inclinare la testa o chiudere un occhio per migliorare la visione.

Se uno o più di questi segnali sono presenti, è importante prenotare quanto prima una visita ortottica o oculistica.

Fattori di rischio e prevenzione

Oltre alla predisposizione genetica, alcuni comportamenti possono aumentare il rischio di sviluppare miopia o favorirne la progressione. 

Tra questi:

  • Passare molte ore al giorno davanti a schermi digitali;
  • Trascorrere poco tempo all’aperto;
  • Mancanza di pause visive durante lo studio o la lettura.

Favorire uno stile di vita equilibrato è quindi fondamentale: incoraggiare i bambini a passare almeno 2 ore al giorno all’aperto e limitare l’uso di dispositivi elettronici può contribuire a ridurre il rischio.

Diagnosi precoce e opzioni di trattamento

La diagnosi tempestiva è la chiave per un trattamento efficace. 

Durante la visita ortottica vengono valutati parametri fondamentali come il visus, l’allineamento oculare e l’eventuale presenza di altri disturbi associati.

Le soluzioni terapeutiche variano a seconda dell’età e del grado di miopia:

  • Correzione ottica tradizionale: occhiali o lenti a contatto permettono di migliorare immediatamente la qualità visiva.
  • Controllo della progressione miopica: lenti speciali con zone di defocus possono rallentare l’evoluzione della miopia durante la crescita.
  • Monitoraggio avanzato: strumenti come il MiopyaMaster misurano la lunghezza assiale del bulbo oculare e permettono di prevedere l’evoluzione del difetto visivo.
  • Approccio ortottico personalizzato: esercizi visivi e riabilitazione mirata possono supportare il corretto sviluppo della visione binoculare e migliorare la capacità di messa a fuoco.

Quando intervenire?

Prima si interviene, migliori saranno i risultati. 

Diventa fondamentale una prima visita oculistica già tra i 3 e i 4 anni e controlli regolari ogni 12-18 mesi durante la crescita. In caso di familiarità o sintomi evidenti, i controlli dovrebbero essere più frequenti.

Riconoscere la miopia e agire tempestivamente significa proteggere la salute visiva del bambino nel lungo periodo e offrirgli una migliore qualità di vita, a scuola e nelle attività quotidiane.

La miopia non deve essere sottovalutata e in Oculus Hub, composto da un team multidisciplinare di specialisti, lavoriamo ogni giorno per accompagnare bambini e famiglie in un percorso di prevenzione, diagnosi e trattamento su misura.

Aggiornamenti su tecnologie innovative per la diagnosi e il trattamento dei disturbi visivi

Ambliopia e miopia nei bambini

La salute visiva dei bambini è un tema sempre più centrale, soprattutto in un’epoca in cui l’uso quotidiano di dispositivi digitali ha un impatto diretto sugli occhi e sulla qualità della visione. 

Negli ultimi anni la ricerca in ortottica e oftalmologia ha introdotto nuove tecnologie e trattamenti innovativi che stanno rivoluzionando l’approccio a due delle condizioni più diffuse: l’ambliopia (detta anche “occhio pigro”) e la miopia

Oculus Hub integra queste novità nei propri servizi, con l’obiettivo di offrire percorsi terapeutici all’avanguardia e personalizzati.

Ambliopia: la terapia interattiva con occhiali e tablet

Tradizionalmente, l’ambliopia veniva trattata con la classica benda sull’occhio migliore, una terapia spesso vissuta con difficoltà dai bambini e dalle famiglie. Oggi è disponibile un approccio innovativo che sfrutta la tecnologia per rendere il percorso più efficace e, soprattutto, più interessante e attrattivo per i piccoli pazienti.

Il trattamento prevede l’utilizzo di occhiali con filtri colorati (uno rosso e uno blu), collegati tramite un dispositivo di eyetracker a un tablet. Il software, impostato in base alla prescrizione dello specialista, crea uno spot di soppressione sull’occhio migliore, modulabile in grandezza e durata in base al livello di ambliopia.

La vera rivoluzione sta nell’esperienza del bambino: sul tablet può giocare, guardare cartoni, studiare o vedere film, trasformando la terapia in un’attività piacevole e coinvolgente. Il dispositivo riconosce automaticamente se il bambino distoglie lo sguardo e sospende il funzionamento fino a quando la fissazione non viene recuperata, garantendo un allenamento realmente efficace.

Un ulteriore punto di forza è il monitoraggio remoto da parte dello specialista (oculista o ortottista), che può seguire i progressi e adattare i parametri della terapia. Tra i professionisti abilitati alla prescrizione di questa innovazione c’è anche Federica Tortelli, ortottista e fondatrice di Oculus Hub.

Miopia: il contributo del MiopyaMaster

Un altro campo in cui la tecnologia ha fatto passi da gigante è la gestione della miopia nei bambini. Il MiopyaMaster è uno strumento avanzato che, oltre a misurare il potere refrattivo dell’occhio come un comune autorefrattometro, consente di rilevare la lunghezza assiale del bulbo oculare. Questo parametro è fondamentale per monitorare la progressione della miopia, soprattutto in età evolutiva.

Grazie ai dati raccolti e all’inserimento di informazioni specifiche come: il tempo trascorso all’aria aperta, la presenza di alterazione negli assi visivi (strabismo), la familiarità e il tempo trascorso nelle attività da vicino, il MiopyaMaster è in grado di predire l’andamento della miopia fino all’età adulta. Questo consente di programmare strategie terapeutiche più mirate e di sensibilizzare genitori e bambini sull’importanza di buone abitudini visive.

Lenti per il controllo della progressione miopica

Accanto agli strumenti diagnostici, oggi sono disponibili lenti oftalmiche progettate per rallentare la progressione della miopia nei bambini e negli adolescenti. Non si tratta di una cura definitiva, ma di un metodo efficace per ridurre significativamente l’aumento annuale del difetto visivo.

Gli studi dimostrano che queste lenti possono contenere la progressione a circa 0,25/0,50 diottrie l’anno, contro aumenti che spesso superano 1 diottria in assenza di trattamento. Sono indicate a partire dai 5-6 anni, periodo critico per lo sviluppo visivo, e non presentano particolari controindicazioni, salvo nei casi di ambliopia severa non trattata o di strabismi non compensati.

Il principio alla base è quello del “defocus periferico”: mentre al centro della lente viene rispettato il potere di correzione necessario, le zone concentriche periferiche sono progettate per indurre una messa a fuoco controllata, riducendo lo stimolo che favorisce l’allungamento eccessivo del bulbo oculare.

L’approccio di Oculus Hub

Da Oculus Hub, queste innovazioni non vengono considerate come soluzioni isolate, ma come parte di un percorso multidisciplinare che coinvolge ortottisti, oculisti e altri specialisti dell’hub. L’attenzione è sempre rivolta alla personalizzazione: ogni bambino viene seguito in base alle sue caratteristiche visive, alle abitudini di vita e al contesto familiare.

La collaborazione con i genitori è un aspetto fondamentale: sono loro i primi a supportare il piccolo nel percorso terapeutico e a consolidare le buone pratiche quotidiane suggerite dagli specialisti.

SAVE THE DATE 5.10.2025

Corso Base Metodo Stazzi Multidisciplinare: Postura, Neurosviluppo e intervento nei DSA/Disprassia DCD. IN PRESENZA 5 OTTOBRE 2025 ROMA – Advanced Visual Rehabilitation

14° Edizione Data: 5 OTTOBRE 2025 DALLE ORE 9.30 ALLE 13. Accreditamento ECM: 50 crediti formativi (acquistabili separatamente). Modalità Flessibile: Asincrona (Online): Solida base teorica (circa 25 ore di videolezioni registrate). Sincrona (Pratica): Sessioni pratiche in presenza Parte Pratica Residenziale.

Anche questo anno, sono aperte le iscrizioni al Corso Base Metodo Stazzi 2025:

A chi si rivolge:

Professionisti sanitari (logopedisti, osteopati, terapisti occupazionali, neuropsicomotricisti)

Psicologi-Medici-Educatori.

Il corso fornisce gli strumenti per riconoscere i deficit visivi (in particolare del sistema

magnocellulare) nei pazienti con DSA e Disprassia, supportando attivamente il lavoro dell’ortottista, e pone l’accento sull’integrazione visuo-senso-motoria, evidenziando come la percezione e il

movimento siano interconnessi e fondamentali per trasformare un’intenzione in azione in un contesto multidisciplinare.

Tutti i dettagli li trovate nel link (se cliccate sul slide come iscriversi verrete indirizzate nella pagina del corso) oppure andate direttamente al sito WWW.ADVANCEDVISUALREHABILITATION.IT

il corso si svolge in due parti:

  • on line per la parte teorica
  • in sede per la parte pratica dove verranno approfonditi e discussi i test neurovisivi e dubbi e domande inerenti agli argomenti trattati

La parte pratica verrà svolta il 5.10.2025 dalle ore 9:00 alle 13:00 presso lo studio Oculus Reparo – Via Latina 124 int 1 – 00179 Roma.

Vedere in CAA

Nelle giornate di venerdi 1/8 e sabato 2/8, presso l’Aula Magna dell’ Istituto Giannina Gaslini di Genova, si è svolto il primo incontro internazionale sulla Sindrome Skraban Deardoff (aploinsufficienza wdr26) organizzato dall’Associazione Sorrisi Invincibili (Sorrisi Invincibili -Soli siamo Rari. Insieme siamo Invincibili.), che ha visto riunite famiglie da tutto il mondo, specialisti genetisti e professionisti riabilitatori.

In quanto ortottista di Riccardo, bimbo non verbale con un gran sorriso e tanta voglia di comunicare, affetto da questa malattia rara, sono stata inviata a tenere una relazione dalla sua famiglia, ma faccio un passo indietro:

La Sindrome di Sindrome Skraban Deardoff è una rara condizione dello sviluppo neurologico che può variare molto in gravità, ma ci sono alcuni “campanelli d’allarme” tipici che possono far sospettare questa sindrome nei primi anni di vita.

Principali campanelli d’allarme

1. Ritardo dello sviluppo motorio e del linguaggio:

Ritardi nell’acquisizione delle tappe motorie (rotolare, sedersi, camminare).

Ritardo nell’iniziare a parlare o difficoltà nel linguaggio espressivo e/o comprensivo.

2. Disabilità intellettiva:

Di grado lieve o moderato.

Talvolta accompagnata da difficoltà di apprendimento.

3. Ipotonia:

Ridotto tono muscolare, evidente già nei primi mesi di vita.

Può contribuire al ritardo motorio.

4. Tratti dismorfici del volto:

Aspetto facciale riconoscibile, anche se non sempre marcato.

( fronte ampia, sopracciglia folte, occhi distanziati (ipertelorismo), naso largo, bocca prominente).

5. Problemi comportamentali o tratti dello spettro autistico:

Alcuni bambini possono mostrare comportamenti ripetitivi, difficoltà nell’interazione sociale o sensibilità sensoriale.

6. Crisi epilettiche (meno comuni):

Alcuni casi possono presentare epilessia, anche se non è una caratteristica costante. (cit www.sorrisinvincibili.it)

Nel primo articolo del 2017 (WDR26 Haploinsufficiency Causes a Recognize Syndrome of Intellectual Disability, Seizures, Gait, and Distinctive Facial Features – PMC), la Dott.ssa Cara M Skraban at al., descrive che nel gruppo di 15 pazienti che presentavano le caratteristiche genetiche dell’aploinsufficienza wdr26, le anomalie oftalmologiche che includono strabismo e/o ambliopia  erano presenti in 9 su 14 casi, mentre in uno solo era presente la Sindrome di Marcus Gunn (1/15), assolutamente benigna e autorisolvente.

Come ortottista, ho preso in carico Riccardo nel 2024, all’età di 6anni. Riccardo presenta Anisometropia ipermetropica (OD più ipermetropia di OS) Strabismo convergente (OD>OS) Ambliopia profonda (OD). Due punti sono apparsi subito chiari:

  • Come fare a misurare la capacità visiva ad un bambino non verbale
  • Come convincerlo a seguire i trattamenti terapeutici proposti

(perché come tutti per tutti i bambini Riccardo di capricci è un esperto).

Ecco che entra in gioco la CAA, l’ esperienza sul campo, la pazienza dei genitori e la sua, e soprattutto la collaborazione fra i professionisti riabilitatori che seguono i diversi aspetti.

La comunicazione tra le diverse funzioni è essenziale quanto quella del fisico

logopedia, neuropsicomotricità… ortottica

Linguaggio, movimento, visione, è tutto connesso.

In questo caso il trattamento ortottico per riabilitare la funzione visiva e motoria si è aggiunto, a volte sovrapponendosi nel programma riabilitativo che Riccardo già seguiva (Logopedia, Neuropsicomotricità).

Utilizzando la CAA e creando appositamente per lui materiale ad hoc ( come la traduzione in CAA del libro La Benda di Pepito concesso dall’ associazione Occhi dei Bimbi) si sono potute potenziare le abilità di inseguimento, tracciamento, coordinazione occhio mano e adesso il lavoro sta vertendo sull’abilità visuo-grafo-motoria e sulla lettura, con la formulazione di parole, se non, in alcuni casi frasi semplici, soprattutto grazie al lavoro della collega logopedista Chiara Sciulli.

Un bambino non verbale non dirà mai “non vedo bene”, ecco che le visite oculistiche ed ortottiche svolte periodicamente, soprattutto in questi pazienti possono rendere più semplice e gestibili le altre difficoltà. Una frase che ripeto spesso “se non vedo bene non imparo bene” vale ancora di più per questi bambini, perché il canale visivo è la prima finestra sul mondo e sull’elaborazione delle informazioni.

Gli altri lavori presentati dai colleghi logopedisti e neuropsicomotricisti e ancora più importanti quelli dei genetisti presenti, tra cui la Dott.ssa Skraban, sono stati sicuramente arrichenti per le famiglie presenti, non di meno abbiamo chiesto loro di poterci mettere in contatto con i terapisti che seguono i loro figli per poter meglio formulare percorsi terapeutici e migliorare anche di più il lavoro che facciamo sui nostri pazienti.

Infine ringrazio dal Sig,ra Elisa Succio presidente dell’associazione Sorrisi Invincibili per aver permesso che tutto questo si realizzasse.

Federica Tortelli

Esercizi per migliorare la visione quotidiana

La vista è uno dei sensi più sollecitati nella vita di tutti i giorni, soprattutto in un’epoca in cui trascorriamo molte ore davanti a schermi di computer, tablet e smartphone. 

Questo stile di vita può portare a stanchezza oculare, visione offuscata e difficoltà nella messa a fuoco. Fortunatamente, esistono esercizi semplici e accessibili che possono aiutare a ridurre l’affaticamento visivo e migliorare la funzionalità degli occhi. 

Ecco alcune pratiche utili da integrare nella routine quotidiana.

Perché fare esercizi visivi?

La muscolatura oculare, come quella del resto del corpo, ha bisogno di essere allenata e rilassata. Gli esercizi visivi hanno lo scopo di stimolare la flessibilità e la coordinazione dei muscoli oculari, migliorare la messa a fuoco e prevenire problemi legati alla fissazione prolungata di uno schermo. 

Anche chi non presenta particolari disturbi visivi può trarre beneficio da una pratica costante.

Il metodo 20-20-20

Uno degli esercizi più semplici e consigliati da noi ortottisti è il metodo 20-20-20. 

Ogni 20 minuti, distogli lo sguardo dallo schermo e osserva un oggetto distante almeno 20 piedi (circa 6 metri) per almeno 20 secondi. Questo permette agli occhi di rilassarsi e ridurre lo stress legato al lavoro da vicino.

Messa a fuoco alternata

Seduto in posizione comoda, tieni un oggetto (come una penna) a circa 20 cm dagli occhi. Concentrati su di esso per 10 secondi percependo sempre un’immagine singola, nel caso in cui tendi a vedere doppio, strizza forte gli occhi e riprova, poi sposta lo sguardo su un oggetto distante e mantieni il fuoco per altri 10 secondi (idem come sopra). Ripeti per 5 volte, se avverti fatica o tendi a percepire le immagini doppie, è il caso di programmare una visita ortottica. 

Questo esercizio migliora la flessibilità dell’accomodazione, ovvero la capacità degli occhi di passare da vicino a lontano.

Battito delle palpebre

Spesso, davanti a uno schermo, si tende a sbattere le palpebre di meno. Questo porta a secchezza e fastidio. Ricorda di sbattere le palpebre consapevolmente per almeno 10 volte ogni 20 minuti. Aiuta a mantenere l’occhio idratato e riduce l’irritazione.

Quando rivolgersi a uno specialista

Gli esercizi visivi non sostituiscono una visita specialistica. Se soffri di frequenti mal di testa, visione doppia, difficoltà di lettura o affaticamento oculare persistente, è importante rivolgersi a un ortottista per una valutazione approfondita. L’intervento personalizzato può includere un programma di riabilitazione visiva su misura.

In Oculus Hub, la riabilitazione visiva è uno dei nostri punti di forza: offriamo valutazioni ortottiche complete e programmi di esercizi individualizzati per adulti e bambini, anche in presenza di DSA, strabismo, ambliopia o difficoltà visuo-percettive. Un approccio multidisciplinare ci consente di lavorare in sinergia con logopedisti, neuropsicologi, fisioterapisti e altri specialisti per garantire un supporto completo.

Neuropsicologia e percezione visiva: come il cervello elabora ciò che vediamo

Quando pensiamo alla vista, tendiamo a considerarla come un semplice processo legato agli occhi. In realtà, la percezione visiva è un sofisticato meccanismo neurologico: le immagini catturate dalla retina vengono trasmesse al cervello, che le decodifica, le interpreta e le integra con altre informazioni sensoriali. 

Comprendere questo collegamento tra occhi e cervello è fondamentale, perché disfunzioni neurologiche possono alterare in modo significativo il modo in cui vediamo e interagiamo con l’ambiente.

Dal segnale visivo alla percezione: un viaggio nel cervello

Il processo di percezione visiva inizia sulla retina, dove la luce viene trasformata in impulsi elettrici. Da qui, il segnale viaggia lungo il nervo ottico e raggiunge la corteccia visiva primaria, situata nel lobo occipitale del cervello. Per trasformare queste informazioni in immagini coerenti, il cervello attiva anche aree deputate alla memoria, all’attenzione e all’integrazione multisensoriale.

Questo significa che la vista non è solo vedo perché ho gli “occhi aperti”: la qualità con cui percepiamo forme, colori, distanze e movimenti dipende da un lavoro di squadra tra neuroni specializzati. Piccoli difetti lungo questo percorso possono generare distorsioni visive, difficoltà di riconoscimento e problemi di orientamento spaziale.

Le disfunzioni neurovisive: quando la percezione si altera

Alcuni disturbi neuropsicologici possono compromettere la percezione visiva, anche in presenza di occhi sani. È il caso, per esempio, delle agnosie visive, che rendono difficile riconoscere oggetti o volti noti, o dei disturbi di neglect, in cui il paziente tende a ignorare una parte del campo visivo.

Un altro aspetto delicato riguarda i disturbi dell’integrazione visuo-spaziale, spesso legati a traumi cranici o lesioni cerebrali. 

In questi casi, il paziente può faticare a leggere, scrivere, copiare figure o eseguire azioni coordinate nello spazio. Anche difficoltà apparentemente lievi, come la lentezza nell’elaborare scene complesse, possono avere un forte impatto sulla vita quotidiana, sulle relazioni e sull’autonomia.

Il ruolo dell’ortottica e della riabilitazione neuropsicologica

Fortunatamente, grazie alla sinergia tra ortottisti e neuropsicologi in Oculus Hub, è possibile intervenire con percorsi riabilitativi mirati. L’ortottica valuta la funzionalità oculare, la motilità, la convergenza e la coordinazione binoculare, mentre la neuropsicologia approfondisce l’elaborazione delle informazioni visive a livello cerebrale.

Insieme, si progettano esercizi personalizzati per stimolare aree cerebrali specifiche e migliorare la capacità del paziente di interpretare correttamente ciò che vede. Nei bambini, questo approccio integrato è prezioso per affrontare difficoltà scolastiche legate alla lettura e alla scrittura, mentre negli adulti è fondamentale nel recupero post-ictus o trauma cranico.

Perché serve un approccio multidisciplinare

Quando si parla di percezione visiva e cervello, non esiste un trattamento “standard”. 

Ogni caso è unico e richiede valutazioni approfondite e soluzioni personalizzate. Ecco perché centri specializzati come il nostro, che uniscono ortottica, neuropsicologia, logopedia e altre discipline, rappresentano la scelta più efficace per affrontare questi problemi in modo completo.

Investire nella diagnosi precoce e nella riabilitazione neurovisiva significa migliorare la qualità di vita del paziente, restituendogli autonomia, sicurezza e una visione più chiara, anche a livello cognitivo ed emotivo.

Logopedia e visione: un legame inaspettato

Perché parlare (bene) passa anche dagli occhi

Quando si pensa alla logopedia, l’immagine più comune è quella di un bambino che fatica a pronunciare correttamente alcune lettere, o di un adulto che affronta un percorso riabilitativo dopo un trauma neurologico. Quello che spesso sfugge è l’importanza della funzione visiva in tutto questo processo. 

Sì, perché parlare, leggere, scrivere e comprendere il linguaggio è anche (e soprattutto) una questione di coordinazione tra cervello, occhi e bocca.

Visione e linguaggio: connessioni che non ti aspetti

La visione non riguarda solo la capacità di “vedere bene”, ma include un insieme di abilità visuo-percettive e motorie fondamentali per lo sviluppo cognitivo e linguistico. Per esempio, un bambino con una scarsa capacità di fissazione o inseguimento visivo potrebbe faticare a stabilire un contatto visivo stabile con l’interlocutore, elemento essenziale per l’apprendimento del linguaggio.

Inoltre, la coordinazione occhio-mano e occhio-bocca incide sullo sviluppo della fonetica, della lettura e dell’articolazione. È frequente che un disturbo visivo non diagnosticato venga erroneamente interpretato come un disturbo specifico del linguaggio, quando invece si tratta di un problema visivo di base che ostacola la corretta acquisizione delle competenze linguistiche.

Disturbi visivi che possono influire sulla logopedia

Alcune condizioni visive possono interferire direttamente con lo sviluppo del linguaggio, specialmente nei bambini. Tra queste:

  • Insufficienza di convergenza: può rendere difficile mantenere la messa a fuoco durante la lettura, causando affaticamento e confusione fonologica.
  • Strabismo o ambliopia (occhio pigro): riducono la visione binoculare e la percezione dello spazio, ostacolando l’orientamento fonologico e la corretta pronuncia. L’ambliopia in particolare, se non trattata, può alterare la percezione visiva e compromettere la coordinazione tra occhi e cervello.
  • Disturbi della motilità oculare: impediscono il corretto inseguimento visivo, necessario per seguire la direzione del testo e per il riconoscimento delle lettere.
  • Difetti di vista comuni: come ipermetropia, astigmatismo o miopia, possono influire sulla capacità del bambino di mettere a fuoco i volti delle persone vicine, come quello della mamma, limitando la possibilità di imitare espressioni, movimenti labiali e gesti. Questa difficoltà di focalizzazione può tradursi in una minore stimolazione delle aree del cervello deputate al linguaggio. 

Tutti questi problemi, se non corretti, possono compromettere la qualità e l’efficacia del percorso logopedico.

Un approccio integrato: logopedista e ortottista insieme

Per questo motivo, in Oculus Hub ci muoviamo sempre in ottica di promuovere un approccio multidisciplinare alla riabilitazione, che preveda una valutazione ortottica in caso di disturbi del linguaggio, soprattutto nei bambini. L’ortottista, grazie a test specifici, può individuare deficit visivi funzionali che sfuggono a un semplice controllo oculistico e che incidono profondamente sull’apprendimento linguistico.

Quando logopedista e ortottista lavorano in sinergia, il piano terapeutico diventa più efficace. Il trattamento visivo può precedere, accompagnare o integrarsi con le sedute logopediche, accelerando i progressi e riducendo la frustrazione nei pazienti, soprattutto nei più piccoli.

Il ruolo dei genitori e della prevenzione

Anche i genitori giocano un ruolo fondamentale. Spesso sono loro i primi ad accorgersi di difficoltà nella comunicazione, nella lettura o nella scrittura. In questi casi, è importante non fermarsi a una sola valutazione, ma esplorare in modo più ampio l’origine del problema, includendo anche l’aspetto visivo.

Una visita ortottica può fare la differenza: intervenire precocemente su un deficit visivo significa mettere le basi per un migliore sviluppo linguistico e cognitivo.

Una visione d’insieme per parlare meglio

Il legame tra logopedia e visione è reale, anche se ancora (forse) poco esplorato. Ignorarlo significa rischiare di rallentare o compromettere i risultati di una terapia logopedica. Riconoscerlo, invece, permette di adottare strategie più complete ed efficaci.

Da Oculus Hub, crediamo in un approccio olistico alla salute visiva, che metta al centro il benessere globale del paziente. Per questo, nel nostro Hub, c’è forte collaborazione tra figure specializzate per offrire valutazioni e percorsi integrati su misura. 

Topografia corneale a Roma: mappatura avanzata per la salute dei tuoi occhi

Nel cuore di Roma, Oculus Hub mette a disposizione dei pazienti una tecnologia diagnostiche avanzata in ambito oculistico: la topografia corneale

Si tratta di un esame non invasivo, rapido e indolore, che permette di ottenere una mappa tridimensionale estremamente dettagliata della superficie della cornea. 

Un vero punto di riferimento per la prevenzione, diagnosi e monitoraggio di numerose patologie oculari.

Cos’è la topografia corneale e perché è importante

La topografia corneale oltre a essere una misurazione, è una vera e propria “mappa” digitale della curvatura e dello spessore della cornea. 

Attraverso la proiezione di anelli luminosi sulla superficie dell’occhio, l’esame rileva anche le più piccole variazioni morfologiche, fornendo un’immagine chiara e precisa della struttura corneale.

Queste informazioni sono essenziali per individuare irregolarità che altrimenti potrebbero sfuggire ai controlli di routine. 

Tra le principali condizioni monitorabili con la topografia corneale ci sono l’astigmatismo, il cheratocono e altri disordini che compromettono la qualità visiva.

Un esame per tutte le età: adulti e bambini

La topografia corneale è adatta a pazienti di tutte le età. Nei bambini e adolescenti, questo esame gioca un ruolo cruciale nel controllo dell’astigmatismo e nella prevenzione di problematiche future legate alla curvatura corneale, come il cheratocono (che insorge proprio in età adolescenziale).

È particolarmente utile per quei piccoli pazienti che iniziano a manifestare cali visivi inspiegabili o frequenti variazioni nella prescrizione degli occhiali.

Negli adulti, invece, è spesso indicata per valutare la presenza e l’entità dell’astigmatismo e per monitorare condizioni già diagnosticate, come il cheratocono in fase iniziale o avanzata. Inoltre, è fondamentale nei casi in cui si indossano lenti a contatto gas permeabili o morbide, poiché aiuta a verificarne la corretta aderenza e tollerabilità.

Indispensabile nella chirurgia refrattiva e nei controlli post-operatori

Oltre alla diagnosi, la topografia corneale è uno strumento essenziale nella pianificazione degli interventi di chirurgia refrattiva, come PRK o LASIK. Fornisce ai chirurghi oftalmologi dati dettagliati che consentono una valutazione personalizzata del paziente e permettono di ottimizzare i risultati post-operatori.

Anche nel follow-up dopo un intervento, la mappa corneale serve a monitorare l’andamento della guarigione e a individuare eventuali complicanze precoci, garantendo un recupero visivo più controllato e sicuro.

Perché scegliere Oculus Hub 

Presso il nostro studio, la topografia corneale viene eseguita con strumentazioni di ultima generazione. Ogni esame è integrato in un percorso di cura completo e personalizzato, che mette al centro il benessere visivo del paziente.

Grazie alla nostra esperienza e attenzione costante nei confronti di chi si affida a noi, offriamo un servizio di alta qualità per tutte le fasce d’età, assicurando diagnosi precise e indicazioni terapeutiche mirate.

Il ruolo dell’ortottista nella salute oculare

La salute oculare è fondamentale per una buona qualità della vita, e tra i professionisti che contribuiscono a preservarla, l’ortottista è la figura specializzata nella diagnosi e nella riabilitazione delle disfunzioni della visione binoculare, in collaborazione con oftalmologi, optometristi e altri specialisti per garantire una visione ottimale e migliorare la funzionalità visiva dei pazienti. 

Le competenze dell’ortottista

L’ortottista è un professionista specializzato nella diagnosi e nel trattamento delle disfunzioni visive legate al movimento oculare e alla coordinazione degli occhi. 

Ma quali sono le sue principali competenze?

Diagnosi dei disturbi visivi: Attraverso esami specifici, l’ortottista è in grado di identificare condizioni come strabismo, ambliopia, diplopia (visione doppia) e altri disordini della visione binoculare.

Esercizi riabilitativi: Utilizza una serie di esercizi oculomotori personalizzati per migliorare la coordinazione degli occhi, la messa a fuoco e la capacità di convergenza, elementi essenziali per una visione armoniosa.

Terapia visiva: Implementa programmi di terapia visiva, che possono includere esercizi con lenti speciali, filtri e dispositivi interattivi per stimolare e potenziare le capacità visive residue.

Educazione del paziente: L’ortottista fornisce informazioni preziose ai pazienti riguardo alla cura degli occhi e alla prevenzione di ulteriori deterioramenti.

Collaborazione multidisciplinare per una visione ottimale

Secondo la visione di Oculus Hub, la salute oculare non si limita alla semplice vista, ma può essere strettamente collegata a vari aspetti del benessere generale. Per questo motivo, collaboriamo anche con altri professionisti per offrire un approccio integrato e personalizzato nel trattamento dei pazienti.

Fisioterapisti

I fisioterapisti lavorano con l’ortottista per migliorare la coordinazione e la postura, aspetti fondamentali per chi soffre di disturbi visivi che possono influenzare l’equilibrio e la postura. Ad esempio, un paziente con strabismo può beneficiare di esercizi mirati che, combinati con la terapia visiva, migliorano non solo la visione, ma anche la stabilità muscolare generale.

Logopedisti

I logopedisti sono coinvolti soprattutto nei casi di disfunzioni visive che influenzano il linguaggio, come nelle situazioni in cui la percezione visiva e l’interpretazione dei segnali non sono perfette. La collaborazione tra ortottisti e logopedisti può essere particolarmente utile anche nei bambini, dove il trattamento precoce può facilitare lo sviluppo di un linguaggio corretto e migliorare la comunicazione.

Neuropsicologi

I neuropsicologi si occupano di valutare e trattare i disturbi cognitivi e neurologici che possono influenzare la visione. Lavorare a stretto contatto con l’ortottista permette di integrare la riabilitazione visiva in un contesto più ampio di recupero neurologico, specialmente in pazienti che hanno subito traumi o in condizioni di deterioramento cognitivo. Questa sinergia migliora la capacità di processamento delle informazioni visive e contribuisce a un recupero più completo.

Nutrizionisti

La salute degli occhi è strettamente legata anche all’alimentazione. I nutrizionisti forniscono consulenze su diete ricche di antiossidanti, vitamine e minerali essenziali per il benessere oculare. Lavorare insieme all’ortottista consente di definire piani alimentari che sostengano il trattamento visivo, aiutando a prevenire ulteriori deterioramenti e a migliorare le performance visive complessive.

Psicoterapeuti

Infine, gli psicoterapeuti intervengono per supportare i pazienti che affrontano il disagio emotivo e l’ansia legati ai problemi visivi. La perdita o il deterioramento della vista possono avere un impatto significativo sul benessere psicologico. La collaborazione permette quindi di affrontare questi aspetti, offrendo un supporto completo che unisce il trattamento fisico e psicologico.

Un approccio integrato per il benessere visivo

L’integrazione delle competenze tra specialisti rappresenta un approccio olistico alla salute oculare. Questo modello multidisciplinare non solo si concentra sul miglioramento della funzione visiva, ma considera il benessere generale del paziente, valorizzando l’importanza dell’interazione tra mente, corpo e ambiente.

Attraverso una gestione coordinata e personalizzata, è possibile ottimizzare il percorso terapeutico, garantendo risultati nettamente migliori. 

La sinergia tra i vari professionisti consente di intervenire in maniera tempestiva e mirata su ogni aspetto della riabilitazione visiva, contribuendo a migliorare la qualità della vita e a favorire l’autonomia dei pazienti.

Il valore della prevenzione e dell’educazione

Oltre al trattamento diretto, l’ortottista si impegna a educare i pazienti sui rischi associati a una cattiva gestione della salute oculare. Consigli pratici, come le corrette abitudini di lettura, l’importanza delle pause durante l’uso prolungato di dispositivi digitali e l’adozione di esercizi oculomotori quotidiani, aiutano a prevenire il peggioramento delle condizioni visive. Un’educazione continua e mirata può fare la differenza nella prevenzione di affaticamento, mal di testa e altri disturbi correlati, contribuendo a mantenere una visione ottimale nel tempo.

Tecniche di riabilitazione visiva per gli adulti

La riabilitazione visiva rappresenta un approccio terapeutico fondamentale per migliorare la qualità della vita degli adulti che soffrono di alterazioni della visione binoculare, disturbi visivi, mal di testa e affaticabilità.

Attraverso una serie di metodologie e tecniche mirate, è possibile potenziare le capacità visive residue, migliorare la coordinazione oculo-manuale e favorire un recupero funzionale che incide positivamente sulla quotidianità dei pazienti. 

La valutazione iniziale e la personalizzazione del trattamento

Il primo passo? Un dialogo aperto. 

Prima di iniziare qualsiasi trattamento, è fondamentale un confronto approfondito con gli specialisti. Non esistono due pazienti uguali: ogni persona ha una storia diversa, esigenze specifiche e obiettivi personali da raggiungere. Gli esperti valutano la situazione attraverso test mirati, ma soprattutto ascoltano. Solo così possono costruire un percorso davvero su misura.

Rieducare gli occhi, passo dopo passo

Una delle metodologie più comuni nella riabilitazione visiva è rappresentata dagli esercizi oculomotori. 

Sembrano semplici – seguire oggetti in movimento, alternare lo sguardo tra punti diversi – ma sono incredibilmente efficaci. È come riportare in forma un muscolo dopo tanto tempo: serve pazienza e costanza, ma i risultati arrivano. Molti pazienti notano miglioramenti nella lettura e nelle attività quotidiane già dopo poche settimane di allenamento regolare.

Stimolazione visiva e terapia computerizzata

L’avvento della tecnologia ha aperto nuove frontiere nella riabilitazione visiva grazie all’utilizzo di software e applicazioni interattive. Le terapie computerizzate sfruttano algoritmi e giochi interattivi per stimolare specifiche aree del cervello e migliorare la percezione visiva. 

Queste soluzioni consentono ai pazienti di eseguire esercizi mirati in modo ludico e coinvolgente, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: maggiore motivazione e progressi più rapidi.

La flessibilità di questi strumenti permette una personalizzazione dinamica del trattamento, adattando la difficoltà degli esercizi alle esigenze del paziente e garantendo un percorso terapeutico sempre efficace.

Dispositivi di assistenza e soluzioni ottiche: strumenti pratici

Oltre agli esercizi e alle terapie interattive, la riabilitazione visiva si avvale anche di dispositivi di assistenza e soluzioni ottiche. Occhiali personalizzati, filtri e lenti a contatto possono essere utilizzati per compensare deficit specifici, migliorando la visione e riducendo l’affaticamento degli occhi. 

Questi ausili ottici vengono integrati nel percorso terapeutico per fornire un supporto immediato, mentre gli esercizi mirati lavorano sul miglioramento delle capacità visive residue. La combinazione tra questi due fattori rappresenta una strategia completa per ottimizzare i risultati e migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti.

Un percorso verso l’autonomia visiva

La riabilitazione visiva per gli adulti si configura come un percorso multidisciplinare e personalizzato, capace di rispondere alle specifiche esigenze di ciascun paziente. 

Investire in un percorso di riabilitazione visiva significa non solo ripristinare o migliorare le capacità visive, ma anche aumentare la qualità della vita, riducendo il disagio e l’affaticamento quotidiano. 

Per chiunque stia affrontando problemi visivi, conoscere le diverse metodologie e gli strumenti disponibili può fare la differenza. La chiave è un approccio olistico che garantisce un percorso di recupero completo.

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