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Rispondiamo alle tue esigenze
Ogni paziente è unico e merita un’attenzione personalizzata.
Comprendiamo che ogni percorso di salute ha le sue peculiarità, e per questo ci impegniamo a creare soluzioni su misura, che rispecchino non solo le tue necessità cliniche, ma anche aspettative e stile di vita.
Il nostro obiettivo è offrirti un supporto completo, che ti accompagni in ogni fase del trattamento, garantendoti sempre il massimo della professionalità e dell’empatia.
Siamo pronti ad ascoltare le tue esigenze, rispondere ai tuoi dubbi e guidarti verso il percorso terapeutico più adatto a te.
Ortottica e Riabilitazione Visiva
Un atteggiamento abbastanza condiviso è quello di effettuare una prima visita oculistica subito a qualsiasi età se ci sono particolari sospetti (prematurità, occhio storto, occhio molto grande e fotofobico, riflesso bianco della pupilla, etc), intorno ai tre anni se c’è un’ importante familiarità per problemi visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo, strabismo), intorno ai cinque anni o in ogni caso prima che incomincino gli impegni scolastici per tutti gli altri.
L’ortottica è una branca dell’oftamologia che da sempre si occupa della prevenzione, della valutazione dei disturbi motori e sensoriali della visione, della riabilitazione dell’handicap visivo, e dell’esecuzione degli esami strumentali. L’orotottista si integra con l’oculista (medico oftalmologo) che rimane base fondamentale per l’indicazione della terapia che sia ortottica, farmacologica o chirurgica.
L’occhio pigro o ambliope si sviluppa soprattutto per due cause:la presenza di uno strabismo o di una anisometropia (elevata differenza del difetto refrattivo nei due occhi) che portano ad un non utilizzo della vista nei primi anni di vita. Una volta diagnosticata, l’ambliopia, richiede oltre alla correzione del difetto di vista se presente, anche un trattamento che può essere occlusivo e/o ortottico, che dà risultati tanto più brillanti quanto più precoci sono state la diagnosi e il trattamento.
È il difetto di vista più diffuso specie nei paesi più progrediti ( circa 1/3 della popolazione) . Si dice miope un occhio che ha un asse antero-posteriore più lungo del normale e che manifesta una ridotta capacità visiva per lontano ma una buona capacità visiva per vicino. La causa è dovuta a diversi fattori: eccessiva curvatura della cornea, accentuata curvatura del cristallino o eccessiva lunghezza del bulbo oculare. La miopia si quantizza in diottrie e si considera lieve una miopia compresa tra meno di una diottria e tre diottrie, media una miopia sino a sei diottrie, elevata una miopia oltre le 6 diottrie. La miopia si corregge con lenti negative equivalenti alle diottrie del difetto, attraverso occhiali o lenti a contatto oppure si può ricorrere alla chirurgia LASER (chirurgia refrattiva). Le miopie elevate possono con maggiore frequenza complicarsi con rotture retiniche, distacco retinico ed emorragie maculari. È bene quindi, programmare controlli periodici, clinici e strumentali, con i propri specialisti.
È un difetto visivo caratterizzato da un occhio meno lungo del normale. Si quantizza in diottrie e si corregge con lenti positive poste su di un occhiale o come lente a contatto e può raggiungere e superare, ma molto raramente le 8 – 9 diottrie. L’ipermetropia si corregge con lenti positive equivalenti alle diottrie del difetto, attraverso occhiali o lenti a contatto oppure si può ricorrere alla chirurgia LASER (chirurgia refrattiva) È bene tenere presente che nei bambini ipermetropi un eccesso di accomodazione (capacità di mettere a fuoco) può provocare l’insorgenza di uno strabismo.
L’astigmatismo è un difetto visivo che può comparire isolato o più spesso associato a miopia o ad ipermetropia. Si quantizza in diottrie e può raggiungere valori, ma per fortuna raramente, di 6 – 8 diottrie. L’astigmatismo si corregge con lenti cilindriche equivalenti alle diottrie del difetto, attraverso occhiali o lenti a contatto oppure si può ricorrere alla chirurgia LASER (chirurgia refrattiva).
Lo strabismo è la perdita della visione binoculare per uno scompenso dell’equilibrio muscolare. Un occhio appare deviato rispetto all’altro. Può essere sia latente (compare solo in alcuni momenti) o manifesto (l’occhio appare constantemente deviato). Può essere convergente , divergente o verticale. La sua correzione può avvenire attraverso esercizi ortottici mirati e/o la correzione chirurgica.
La diplopia è la visione doppia dello stesso oggetto, la causa più frequente è una paralisi muscolare a carico di uno o più muscoli oculari. E’ rara nei bambini. Ma alle volte può essere il sintomo prodromico della comparsa di uno strabismo. Quindi è sempre opportuno programmare una vista oculistica e ortottica. La diplopia è invece più comune negli adulti. Se è causata, da un episodio acuto, si può risolvere spontaneamente o con l’aiuto di una particolare correzione da occhiale (lenti prismatiche). Altre volte la comparsa della diplopia è legata patologie sistemiche (Tiroidite Acuta o Diabete, Sclerosi Multipla, ecc), in questo caso la terapia è più complessa e la riabilitazione avviene in collaborazione dello specialista neurologo e dell’oculista.
Il corretto uso delle lenti a contatto in età pediatrica non solo non ha controindicazioni (si pensi che l’uso di lenti è obbligatorio nei neonati operati al 2°-3° mese di vita per cataratta congenita) ma può comportare notevoli vantaggi per la vista del bambino. Le lenti a contatto, infatti, non causano distorsioni delle immagini, consentono una visione binoculare nitida in ogni situazione e una maggiore stabilità visiva. Le lenti a contatto, inoltre, al contrario degli occhiali, non si appannano in presenza di sbalzi di temperatura. Accanto ai benefici visivi, le lenti a contatto offrono anche una serie di vantaggi estetici e pratici. Molti bambini, infatti, rifiutano gli occhiali perchè indossandoli si sentono goffi e buffi e possono essere soggetti alle classiche prese in giro dei compagni. Gli occhiali, inoltre, risultano scomodi durante il gioco o la pratica sportiva. Uno studio americano condotto dalla Ohio State University ha evidenziato, inoltre, che la maggior parte dei bambini preferisce le lenti a contatto e che grazie ad esse si sente più sicuro di sé e soddisfatto. E’ essenziale prestare attenzione all’igiene delle lenti a contatto. Infatti le lenti a contatto possono essere fonte di infezioni, anche molto gravi, se la loro manutenzione non è eseguita secondo le indicazioni dello specialista. Ovviamente la scelta di utilizzare le lenti a contatto invece degli occhiali deve essere fatta in accordo con l’ortottista e l’oculista.
In collaborazione con il Sig. Marco D’Alesio (Contattologo)
È la visione contemporanea dei due occhi . L’immagine cadendo su punti corrispondenti delle due retine viene percepita contemporaneamente dai due occhi, inviata al cervello e percepita in maniera singola. La fusione corticale delle due immagini dà luogo ad una funzione molto sviluppata nell’uomo ma presente in tutti gli animali che hanno gli occhi in posizione frontale e che si chiama stereopsi o stereoscopia o visione binoculare singola. La stereopsi consente di percepire un oggetto tridimensionale nella sua profondità spaziale con un’acuità molto maggiore di quella possibile con la sola visione monoculare, ma essa ha un limite di distanza entro cui può operare, dell’ordine di 6÷8 m dall’osservatore.
È la visione contemporanea dei due occhi . L’immagine cadendo su punti corrispondenti delle due retine viene percepita contemporaneamente dai due occhi, inviata al cervello e percepita in maniera singola. La fusione corticale delle due immagini dà luogo ad una funzione molto sviluppata nell’uomo ma presente in tutti gli animali che hanno gli occhi in posizione frontale e che si chiama stereopsi o stereoscopia o visione binoculare singola. La stereopsi consente di percepire un oggetto tridimensionale nella sua profondità spaziale con un’acuità molto maggiore di quella possibile con la sola visione monoculare, ma essa ha un limite di distanza entro cui può operare, dell’ordine di 6÷8 m dall’osservatore.
Si riscontra spesso nei pazienti miopi o astigmatici che hanno difficoltà nel riconoscere oggetti lontani con adeguata chiarezza. Socchiudendo gli occhi infatti, si migliora la messa a fuoco degli oggetti soprattutto in condizioni di poca luce.
Fisioterapia
Dovresti consultare un fisioterapista in caso di dolore muscolare persistente, sofferenza di un nervo (come nel caso della sciatalgia), riabilitazione post-chirurgica (ad esempio, dopo la ricostruzione del legamento crociato o l’impianto di protesi d’anca e ginocchio) o recupero motorio a seguito di patologie invalidanti. In tutte queste situazioni, il fisioterapista ti aiuta a migliorare la funzionalità motoria e a ritrovare il benessere.
Il numero di sedute dipende dal caso specifico. Un dolore cervicale, ad esempio, può risolversi in una o due sedute, mentre una riabilitazione ortopedica o posturale richiede un percorso più lungo. Per questo, è fondamentale una prima valutazione per individuare le reali necessità e creare un programma riabilitativo su misura.
Il fisioterapista, essendo un professionista sanitario, collabora attivamente con medici specialisti come fisiatri, ortopedici, neurologi o otorini. Tuttavia, può operare in assoluta autonomia, senza prescrizione. Nel caso in cui in prima seduta si renda tuttavia necessario un approfondimento medico, sarà lo stesso fisioterapista a indirizzare il paziente verso la figura più adatta da contattare.
Logopedia
Ovviamente non c’è una risposta giusta, dipende molto dalla situazione e dal motivo della richiesta di consulenza.
Può durare qualche incontro, come anni. Il percorso terapeutico viene deciso sulla base di un’attenta valutazione clinica, la maggior parte delle volte attraverso test standardizzati oppure strumenti clinici non standardizzati utili ad inquadrare i punti di forza, i punti di debolezza e di conseguenza gli obiettivi terapeutici.
In ogni caso è possibile effettuare anche una più rapida consulenza per inquadrare la situazione più velocemente prima di decidere se proseguire con una valutazione oppure no.
Certo che si! Dire che per iniziare un percorso Logopedico bisogna aspettare i 4 anni è un retaggio culturale superato.
Ragionando insieme e mettendo il focus sulle giuste informazioni ci rendiamo conto che la risposta ce l’abbiamo dentro di noi.
Un/una bambino/a inizia a sviluppare le competenze attentive, comunicative, linguistiche, oro-motorie (masticazione e deglutizione) già appena nato.
Iniziare la logopedia a 4 anni avrebbe senso qualora queste competenze inziassero a svilupparsi solamente dopo i 4 anni.
Ovviamente il professionista al quale vi rivolgete deve avere delle competenze specifiche per poter occuparsi dei bimbi più piccoli.
Non è la strada giusta né iper medicalizzare nè ignorare il problema, affidatevi a professionisti esperti e vi aiuteranno a trovare il giusto equilibrio.
Certo che si.
Un adulto potrebbe avere bisogno di un logopedista per riequilibrare la deglutizione o la masticazione, per problematiche di tipo vocali oppure in seguito a eventi traumatici o chirurgici di vario genere che abbiano portato conseguenze in ambito comunicativo-linguistico, cognitivo (letto-scrittura, comprensione), voce, masticazione e/o deglutizione.
Si può diagnosticare un DSA (Disturbo Specifico d’Apprendimento) a partire dalla fine della seconda elementare, ma anche molto prima è possibile accorgersi di difficoltà e fragilità e inviare in maniera tempestiva in valutazione.
Ma attenzione, si può effettuare una valutazione per DSA anche da adulti!
Sii! È proprio una lingua, finalmente è ufficialmente riconosciuta e ogni Paese ha la sua, pensate che esistono anche i dialetti regionali.
La lingua è ovviamente una lingua nata nella comunità Sorda per la comunità Sorda, ma è molto utile per sostenere il linguaggio e la comunicazione sia in bambini che non hanno difficoltà nel linguaggio, sostiene lo sviluppo del linguaggio verbale e soprattutto in quelle situazioni in cui diventa difficile comunicare con la parola la LIS si trasforma in un’ottimo strumento comunicativo.
Nutrizione
L’obiettivo è creare un piano alimentare su misura, basato sulle tue esigenze, obiettivi e stile di vita.
Durante il percorso, monitoriamo insieme i tuoi progressi e apportiamo modifiche in base
all’andamento.
Le visite consistono in una dettagliata anamnesi, valutazione degli esami ematici più recenti,
valutazione della composizione corporea mediante antropometria e bioimpedenziometria.
La consegna del piano nutrizionale avviene entro 3-5 giorni lavorativi ed il piano è consultabile su app dedicata con menù, alternative, e lista della spesa.
Il mio approccio si basa su un monitoraggio costante dei tuoi progressi e un supporto continuo. Ti guiderò passo dopo passo, facendo eventuali aggiustamenti al piano per garantire che tu raggiunga i tuoi obiettivi in modo efficace e sano.
Certamente! Molti dei miei pazienti desiderano semplicemente migliorare il proprio benessere generale, o acquisire una sana educazione alimentare. Che tu voglia migliorare la tua energia, la tua salute o semplicemente adottare abitudini alimentari più sane, posso creare un piano adatto alle tue esigenze.
Non esiste una soluzione nutrizionale che vada bene per tutti. Il mio obiettivo è creare un piano nutrizionale basato sulle tue preferenze e obiettivi individuali, utilizzando principi nutrizionali basati su evidenze scientifiche.
Osteopatia
L’osteopatia è una terapia manuale ed appartiene alla medicina complementare. Nasce alla fine dell’800 da un medico americano, Andrew Taylor Still e si diffonde in Europa nella prima metà del ‘900, evolvendosi e incrementando i suoi campi di applicazione, pur tenendo sempre fede ai suoi tre principi fondanti: l’organismo come un unicum funzionale, la relazione tra la forma e la funzione e la capacità autoguaritrice del corpo.
L’osteopata attraverso la palpazione e test di mobilità attivi e passivi ricerca le “disfunzioni somatiche” quali espressione di un’alterata funzionalità di uno o più distretti muscolo-scheletrici che si manifestano con un certo grado di rigidità, asimmetria, riduzione del range di mobilità e talvolta dolore. La ricerca della causa che governa a monte lo squilibrio muscolo-scheletrico consente all’osteopata, tramite l’applicazione di tecniche manuali di vario tipo, la risoluzione del sintomo e la stabilizzazione a lungo termine dell’equilibrio muscolo-scheletrico.
Molto spesso si assiste quindi ad una situazione in cui la causa non coincide con l’area sintomatica e ciò avviene poiché il sintomo finale, in assenza di fattori traumatici e/o degenerativi in loco, rappresenta un sovraccarico biomeccanico che coinvolge una o più catene miofasciali. In estrema sintesi possiamo definirlo come un sovraccarico biomeccanico posturale, che si manifesta sull’apparato muscolo-scheletrico in uno o più distretti.
Tra i motivi di consulto più frequenti vediamo lombalgia e cervicalgia, ma l’osteopatia si applica a qualsiasi dolore muscolo-scheletrico della colonna e degli arti superiori ed inferiori. Le tecniche osteopatiche si rivolgono quindi alle articolazioni, ai tendini, ai muscoli ipotonici o ipertonici. Tuttavia non sono solo le articolazioni a giovare del giusto trofismo muscolare, motivo per cui in verità l’osteopatia ha campi di applicazione vari ed eterogenei: emicrania e cefalea, disturbi del sonno, astenia, disturbi della visione, dolore dell’articolazione temporo-mandibolare, squilibri della masticazione, della deglutizione, della fonazione e cicatrici sono solo alcuni dei campi di applicazione.
Vi è inoltre una grossa branca dell’osteopatia che si applica a quelli che sono i disturbi legati alla meccanica e alla funzione dei nostri organi interni, l’osteopatia viscerale. Gli organi sono fissati allo scheletro attraverso legamenti, mesi, pieghe peritoneali, vasi, nervi e una giusta pressione interna della cavità toracica, addominale e pelvica. L’osteopatia viscerale si applica alle alterazioni dell’attività intestinale come nella stipsi e altri disturbi legati alla motilità gastro-intestinale, dismenorrea, amenorrea e dolori della regione pelvica, le dispnee, dolori nella regione addominale.
In ultimo l’osteopatia cranio-sacrale si occupa della dinamica dei fluidi intracranici ed intraspinali e si combina sinergicamente alle precedenti considerazioni in un inquadramento globale dell’organismo.
In questa visione l’osteopata nella sua valutazione prende in esame quanti più sistemi e correlazioni possibili, andando a valutare l’apparato scheletrico, miofasciale, nervoso, viscerale, dei fluidi (arteriosi, venosi, linfatici) e dei sistemi integrati (visione, masticazione, deglutizione, udito ecc). la terapia manuale sarà tanto più efficace e duratura nel tempo quanto più si rivolge alla causa, al motivo che sottende l’alterazione funzionale, piuttosto che ad un lavoro miope che insegua i vari sintomi.
È sempre un buon momento per andare dall’osteopata!
- Puoi andare se non hai alcun dolore, lavorando così in un’ottica di prevenzione. Infatti non sempre uno squilibrio muscolo-scheletrico si manifesta con il dolore, a volte sono necessari anni prima che quel distretto esaurisca le capacità di compenso e manifesti un certo disagio. Prevenire in termini cronologici l’evoluzione di uno squilibrio muscolo-scheletrico è la migliore arma contro l’instaurarsi di squilibri biomeccanici, disturbi infiammatori acuti e cronici, ma soprattutto della degenerazione dei tessuti.
- Puoi andare se hai quel piccolo dolore da un po’ di settimane che speravi passasse da solo, ma che, ahimè, non sta passando. A volte al corpo serve uno stimolo più puntuale per ritrovare l’equilibrio.
- Puoi, anzi devi, andare se sei reduce da un intervento chirurgico a qualsiasi livello per evitare, dopo una prima fase di cicatrizzazione, che le aderenze alterino la meccanica locale e l’indipendenza dei diversi piani tissutali: organi, fasce, muscoli profondi, muscoli superificiali, derma.
- Puoi andare quando gli antidolorifici e gli antinfiammatori non fanno più effetto: quando la mediazione chimica non sortisce gli effetti desiderati può indicarci che la stimolazione meccanica (negativa) si è così consolidata nel tempo da alterare la capacità dell’organismo di rovesciare i meccanismi alla base della stimolazione dolorosa (biomeccanica 1 – farmacologia 0 😄).
- Puoi andare per tutti i dolori muscolo-scheletrici, soprattutto cronici, per i tuoi mal di testa, per le mestruazioni dolorose o l’amenorrea, per la stipsi, quel senso di stanchezza ingiustificato, per un colpo di frusta o una distorsione, per un trauma ecc.
- Puoi andare se stai facendo una correzione ortodontica per guidare al meglio le tensioni della ragione cranio-cervico-mandibolare e scongiurare la possibilità di una recidiva. Lo stesso vale in corso di terapia correttiva del sistema visivo.
Molto importante è distinguere quelli che sono i dolori legati a disturbi funzionali da quelli che sono invece legati ad una patologia conclamata. In tale ottica il trattamento osteopatico si rivolge non alla risoluzione della patologia, ma come complementare alla terapia medica per la gestione dei sintomi che spesso ne conseguono.
Questo rappresenta un fattore estremamente variabile e non necessariamente direttamente proporzionato al dolore/disturbo in questione.
Nella migliore delle situazioni già al termine della prima seduta la persona è in grado di riferire un qualche cambiamento che spesso viene espresso come senso di leggerezza, variazione nell’appoggio dei piedi, maggior rilassamento generale o di una o più aree.
Sicuramente il fattore “tempo” gioca un ruolo fondamentale nella reversibilità dei sintomi: un dolore che è lì da 10, 20 anni o da sempre non avrà le stesse caratteristiche di un dolore insorto due settimane prima.
Questo porterà a differenze per numero e frequenza delle sedute.
L’osteopatia si rivolge a individui di entrambi i sessi e di tutte le età, compreso il periodo perinatale, pediatrico, evolutivo e geriatrico.
Le 72 ore successive al trattamento osteopatico sono quelle in cui si avvertono maggiormente i cambiamenti, comprese oscillazioni nel dolore che può avere piccole fasi di risalita per poi ristabilizzarsi. Questo non rappresenta necessariamente un fattore negativo poiché andare a modificare gli appoggi e i carichi a volte necessita di un grosso lavoro di integrazione delle nuove informazioni da parte del sistema posturale.
L’osteopatia può intervenire anche in presenza di stati patologici manifesti, come nell’osteoporosi di vario grado, stenosi del canale midollare, patologie respiratorie, ecc. Si può intervenire selezionando la gamma di tecniche più appropriate, tenendo conto delle red flags che accompagnano ogni quadro e dei test di semeiotica medica per la diagnosi differenziale, in collaborazione con il medico specialista. Questo non significa curare la patologia, ma gestire le comorbidità che ad essa si associano e che molto spesso aggravano ulteriormente il quadro principale.
Nessuna tecnica osteopatica dovrebbe mai evocare dolore.
Molto spesso il paziente associa allo schiocco articolare (tecnica in thrust) la possibilità di avvertire dolore e rifugge la tecnica. Tuttavia, se eseguita con i giusti parametri e nel rispetto della specificità del paziente (giovane, anziano, osteoporotico, atleta, stati patologici, processi infiammatori acuti ecc), la tecnica in thrust non evoca alcun dolore, anzi, molto spesso si accompagna ad un immediato senso di liberazione dell’area.
Tuttavia, nonostante il web ci invada ogni giorno di manifestazioni circensi di scrocchiatori seriali, queste non sono le uniche tecniche di cui dispone l’osteopata. Infatti alle tecniche articolari diretti si combinano a tecniche di mobilizzazione, tecniche sui tessuti molli e un’ampia gamma di tecniche che possiamo definire “dolci” e che ugualmente non evocano alcun dolore, pur avendo una grande efficacia.
L’osteopatia è la disciplina che per eccellenza promuove l’interdisciplinarietà.
Infatti la trasversalità dei suoi campi di applicazione (muscolo-scheletrico, viscerale, fluidico, visivo, dell’occlusione e della masticazione ecc) fa sì che molto spesso sia necessario un lavoro in sinergia con lo specialista del sistema in questione. Osteopata e ortottista gestiscono in sinergia la meccanica degli occhi e del distretto cranio-cervicale, con il medico odontoiatra per le correzioni occlusali, con il logopedista per il lavoro integrato su motore, sorgente e filtro vocale, con il fisioterapista (erroneamente visto come figura antagonista o di sovrapposizione) con cui combina il ripristino del trofismo di un tessuto con il recupero funzionale dello stesso. Quelli che sono i disturbi viscerali spesso richiedono ugualmente l’attenzione del medico specialista.
In ogni caso qualunque sia la problematica, se se ne inquadra la causa scatenante e la si approccia lavorando su tutti i fattori che vi contribuiscono, la risoluzione dei sintomi sarà più veloce e la stabilizzazione nel tempo più solida.
Osteopatia Pediatrica
Il trattamento osteopatico è consigliato a partire dal primo mese di vita del bambino.
La valutazione osteopatica continua anche durante le varie fasi di crescita del bambino, per monitorare il suo sviluppo fisico e prevenire o trattare tempestivamente eventuali problematiche posturali o muscolari.
Inoltre, è altamente consigliato un trattamento osteopatico durante la gravidanza per la mamma. Questo aiuta a ridurre le tensioni muscolari e i difetti posturali che potrebbero che potrebbero essere trasmesse al bambino.
Si e no, dipende molto dall’approccio terapeutico anche qui, in ogni caso è sbagliato pensare che in assoluto il terapeuta non dia consigli o non dica cosa pensa di una situazione. Ci sono terapeutə che danno veri e propri compiti a casa utili a risolvere il problema, in altri casi non si arriva a questo ma ci può essere uno scambio autentico di opinioni e sensazioni riguardo una condizione che si sta affrontando.
Assolutamente no, anche perché è impossibile pensare di riuscire a raccontare tutta una vita, anche nel più lungo dei percorsi. Al terapeuta si dice quello che si sente di dire e che si pensa possa essere utile a capire come si è arrivatə a stare come si sta, ci sono informazioni che possono essere dichiaratamente omesse (“di questo però non mi sento di parlare in modo approfondito”), che possono essere rimandate ad un altro momento o solo accennate con la richiesta di non toccarle più se non strettamente necessario. Ogni terapeuta sa che lə paziente terrà per sè per molto tempo (o anche per sempre) delle informazioni troppo dolorose o troppo vergognose per esser tirate fuori e va bene così.
Psicoterapia
La durata di un percorso di psicoterapia non è prevedibile a priori (a parte in alcuni approcci che fissano il numero di sedute già dal primo colloquio) ma ci sono dei falsi miti che ruotano intorno a questo tema e che fanno immaginare le terapie come un qualcosa che di dilata lungo 10/15 anni di lavoro. Questo non è vero, o meglio, è una situazione che si verifica solo con alcuni approcci che affondano le proprie radici nelle primissime teorie psicologiche secondo cui bisognava lasciare che lə paziente esplorasse sè stessə liberamente e con la minor influenza possibile da parte dellə terapeuta. Questi approcci ad oggi esistono ancora ma sono minoritari rispetto ad altri in cui lə terapeuta è decisamente più attivə e partecipe, chiedere informazioni in merito prima di iniziare una terapia può essere un buon modo per farsi un’idea della durata media dei percorsi con quellə specificə professionistə.
Il trattamentio osteopatico puó essere di grande aiuto nella prevenzione o risoluzione di alcune difficoltà riscontrate come una scorretta suzione, ritmo sonno-veglia alterato, coliche, reflusso e disturbi motori. L’osteopatia può anche sostenere un corretto sviluppo fisico e il benessere generale del bambino.
Gli effetti del trattamento osteopatico sono generalmente positivi e immediati, comprendono il miglioramento della mobilità articolare e muscolare, nonché la stimolazione di un sano equilibrio fisico e psicologico. Nei bambini, i benefici possono manifestarsi sotto forma di un miglioramento della qualità del sonno, della digestione, della postura, dell’umore e della riduzione dell’irritabilità.
Sì! L’osteopatia non è solo per i bambini, ma é un valido aiuto anche per le neomamme. Sono molto comuni dopo il parto, dolori alla schiena mal di testa o fatica nel ripristinare una corretta respirazione. É molto importante la valutazione precoce delle cicatrici del parto. Il Trattamento osteopatico puó aiutare a migliorare la postura, ridurre lo stress e favorire il benessere generale.
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